THERE IS ALWAYS HOPE

THERE IS ALWAYS HOPE
"Prendete una sedia e sistematevi sull'orlo del precipizio: solo allora potrà avere inizio la storia che voglio raccontarvi"
Francis Scott Fitzgerald

martedì 25 dicembre 2007

PER CONCLUDERE....

MI HANNO CANCELLATO IL VOLO CAUSA NEBBIA...
SON PARTITA CON QUELLO DELLE 20.35, ARRIVATA A CATANIA ALLE 22.40

lunedì 24 dicembre 2007

la mia vita

la mia vita è come un film!
è bellisssssimoooo

LA MALEDIZIONE DEL LUNEDì CONTINUA ANCHE SE è...


LA MALEDIZIONE DEL LUNEDì CONTINUA ANCHE SE è... LA VIGILIA DI NATALE!!!!
dopo aver affrontato le catastrofi più assurde nei due lunedì di fine novembre e due di Dicembre (1° lunedì: non essere riuscita a mandare in onda un programma alle ore 20.30... è andato in onda alle 23.30 i computer si ribellavano. lunedì: passare una mattinata a cazzeggiare con le piante sapendo di lavorare di sera e trovarsi alle 16.15 a un quart'ora dalla timbrata d'entrata ad aspettare il carroattrezzi perchè la macchina non parte! arrivo al lavoro a un quarto alle 19. 3° lunedì lavoro di mattina ore nove, vado a letto presto la sera prima perchè voglio essere puntuale. Sono in piedi dalle sette.

Decido di portare MIrtilla fuori alle ore otto. Bene, metto la tuta, MIrtilla, cappotto, chiavi. Esco chiudo la porta la chiave si blocca!!! chiusaa fuori di casa fino alle 9.30 ad aspettare l'omino che gentilmente mi smontasse la serratura, la porta e quant'altro. Al lavoro sono arrivata
alle undici)....

GRASSE RISATE!

non potevo oggi smentirmi, e partire tranquilla per la Sicilia. NO! NO! No!
Ore 12.30 si allaga il BAgno! rido e tanto mi armo di starcci e quant'altro e raccolgo ettolitri d'acqua. Bene pulisco tutto e finalmente penso che sia arrivato il momento di fare la valigia per i miei giorni in Sicilia, ed ecco che!
PPPPSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS SCCCCIUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!
pARTE UN TUTBO DEL CESSO, MIRTILLA SCAPPA IO ENTRO IN BAGNO E VENGO LETTERALMENTE LAVATA. NOn sapevo se piangere o ridere.
Bene, mi son alzata le maniche e giuù di nuovo con gli stracci!
Casa allagata.
Ilmio aereo parte alle 18.55.
AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI!
tiziana


giovedì 20 dicembre 2007

Il Natale alle porte...


Oggi è il 20, pochissimi giorni e veramente sarà,

per l'ennesima volta, Natale.

AUGURI DI BUON NATALE

(... per chi ci crede...)





mercoledì 19 dicembre 2007

MENO 10 E SI PARTE PER...

BERLINO!!!
si accettano consigli.

martedì 18 dicembre 2007

AUGURI GABRIELE

GABRIIIII!

lunedì 17 dicembre 2007

Esplodere o implodere

"Esplodere o implodere questo è il problema: se sia più nobile intento espandere nello spazio la propria energia senza freno, o stritolarla in una densa concentrazione interiore e conservarla ingoiandola. Sottrarsi, scomparire, nient'altro; trattenere dentro di sè ogni bagliore, ogni raggio, ogni sfogo, e soffocando nel profondo dell'anima i conflitti che l'agitano scompostamente, dar loro pace, occultarsi, cancellarsi: forse risvegliarsi altrove, diverso.

Diverso... Come diverso? Il problema: esplodere o implodere tornerebbe a ripresentarsi? Assorbito dal vortice di questa galassia, riaffacciarsi su altri tempi e altri cieli? Qui sprofondare nel freddo silenzio, là esprimersi in urli fiammeggianti d'un altro linguaggio? Qui assorbire il male e il bene come una spugna nell'ombra, là sgorgare come uno zampillo abbagliante, spargersi, spendersi, perdersi? A che pro allora il ciclo tornerebbe a ripetersi? Non so nulla, non voglio sapere, non voglio pensarci: ora, qui, la mia scelta è fatta: io implodo, come se il precipitare centripeto mi salvasse per sempre da dubbi e da errori, dal tempo dei mutamenti effimeri, dalla scivolosa discesa del prima e del poi, per farmi accedere a un tempo stabile, fermo, levigato e raggiungere la sola condizione definitiva, compatta, omogenea. Esplodete, se così vi garba, irradiatevi in frecce infinite, prodigatevi, scialacquate, buttatevi via: io implodo, crollo dentro l'abisso di me stesso, verso il mio centro sepolto, infinitamente.

(...) So che non devo dare ascolto alle voci, nè dare credito a visioni o a incubi. Continuo a scavare nel mio buco, nella mia tana di talpa."

da "Cosmicomiche" di Italo Calvino

...NON CI SONO...

venerdì 14 dicembre 2007

PERCHè?

Perchè tanta fatica e buona volontà
durante la relazioneper parlare,
capirsi e quant'altro,
se poi tutto diventa polvere?
Silenzio
Granelli di sabbia carichi di parole e segreti
che prendono il volo.

Avare molecole che tengono tutto per se.

martedì 11 dicembre 2007

auguri!

auguri di buon compleanno

lunedì 10 dicembre 2007

IL CAMBIAMENTO...

Il cambiamento fa PAURA... perchè è doloroso
Non sai cosa sarà.
e alla fine è indispensabile...

mercoledì 5 dicembre 2007

Innamoramento e amore

"La vita può essere capita solo all'indietro, ma va vissuta in avanti"(Kierkegaard)

Innamoramento e amore

L’innamoramento è un sentimento e ciò che noi sentiamo per qualcuno o per qualcosa

non può essere messo in discussione.

L’amore è qualche cosa di più e di diverso,

è un agire concreto verso l’altro,

implica il suo bene, non come intenzione, bensì come conseguenza del nostro agire.

Richiede una grande capacità di ascoltare l’altro,

di stabilire con lui un rapporto empatico

perché senza empatia non può esistere amore.

Se l’innamoramento deve essere misurato con il metro di chi è innamorato,

l’amore deve misurarsi necessariamente con il metro della persona amata.

Quanto sofferenza in meno dovremmo sopportare

se ci limitassimo a constatare ciò che l’altro riesce realmente ad essere in relazione a noi,

se ci chiedessimo semplicemente se ci piace o non ci piace

ciò che quotidianamente di fatto l'altro ci dà non ci dà.

Di buone intenzioni si sa sono notoriamente lastricate le vie dei cimiteri!

Ciò che l’altro vorrebbe darci ma non ci dà,

ciò che vorrebbe essere ma non riesce ad essere “perché....”,

ciò che potrebbe “se....”,

dovrebbe essere materia di studio per gli psichiatri, per i giudici, per i padri e per le madri

che tanti danni continuano a fare,

non per persone che ogni giorno soffrono, subiscono,

ma continuano ostinatamente a dire: non è colpa sua…

lui/lei non vorrebbe farmi del male… lui/lei in fondo mi vuole bene…

vorrebbe essere gentile.. generoso/a, ma con i genitori che ha avuto,

con la vita che ha fatto… Poverino/a…

Queste considerazioni dovrebbero indurci a essere più tolleranti, più benevoli,

con il nostro prossimo e ancor di più con il nostro partner,

a non fermarci alla superficie delle cose,

non ad andarci a letto assieme, a viverci assieme un’intera vita di sofferenze

nella speranza che cambi.

È giusto e meritevole compiere normali e ragionevoli sforzi

nella speranza di far emergere la presunta bella persona che è nell’altro,

ma quando non basterebbero 20 anni di psicanalisi conviene lasciare il passo a chi pagato per questo.

L’innamorato ha una immagine dell’altro che non corrisponde quasi mai alla realtà

e quando la realtà prima o poi affiora quasi sempre il suo innamoramento finisce.

L’innamorato è possessivo, geloso, vive le persone del proprio stesso sesso

come una minaccia da cui difendersi.

Ma anche gli interessi dell’altro al di fuori della coppia,

il suo stesso affermarsi, crescere,

sono vissuti spesso dall’innamorato come qualcosa da ostacolare con ogni mezzo,

pur di non perdere l’oggetto del proprio piacere.

Diversamente chi ama riconosce l’altro per ciò che è,

non lo ostacola nei suoi progetti, nei suoi impegni, non lo scoraggia,

non ne rivendica la costante presenza.

Lo stima, non può non stimarlo, perché sa perfettamente che senza stima e rispetto reciproco

non può esistere amore.

Può esistere innamoramento, non amore, ed è amore ciò che cerca.

L’altro non è mai per chi ama puro e semplice oggetto del soddisfacimento dei propri bisogni,

da trattenere comunque, anche contro la propria volontà.

Se dovesse scoprire che l’altro se ne vuole andare,

sarebbe lui stesso ad aprirgli la porta.

Con dolore, certo, ma gli aprirebbe la porta.

L’altro lo sa, lo sente e per questo non può tradirlo,

o almeno non dovrebbe: non è necessario e l'altro non se lo merita proprio.

Tra due persone che realmente sanno amare e si amano

una storia può anche finire, con sofferenza, ma senza vero tradimento, senza inganni.

Due persone che sanno cosa vuol dire amare

quando si lasciano cercano sempre di procurarsi solo

la quantità di dolore strettamente inevitabile.


martedì 4 dicembre 2007

... distanza e indifferenza...

(...) La sospensione della temporalità che viviamo nel rapporto passionale ci permette di trastullarci nell'abbraccio del nulla, pervasi dal senso dell'ilimitato e dalla convinzione di essere invincibili. (...)
Questo genere di esperienze offre livelli di gratificazione così elevati da generare una vera e propria dipendenza fisica e psicologica in chi la vive.Lasciarsi travolgere dai sentimenti significa essere pronti a ricevere tutto ciò che di bello, ma anche di triste e doloroso, un rapporto può riservarci. Le persone che appaiono rigide fredde controllate, indossano in realtà una corazza che denuncia la loro grande vulnerabilità. L'apparente irraggiungibilità di questi individui, così fragili ma così ben equipaggiati da apparire forti e inflessibili esercita spesso un fascino irresistibile. Il desiderio, che l'inafferrabilità dell'Altro accende, è determinato dall'attivazione di una particolare esigenza psichica. In alcuni casi infatti la passione viene scatenata proprio dalla necessità di confrontarsi con la distanza, con l'assenza e l'irragiungibilità della persona amata. I rapporti strutturati su questo genere di dinamiche inevitabilmente comportano delle sofferenza, perchè recano un'enorme carica distruttiva. (...)
Sottrarsi all'altro, negarsi al suo desiderio e persino il mostrarsi indifferenti alle manifestazioni amorose sono in realtà modalità difensive che determinati individui mettono in atto per fronteggiare la paura. La distanza e l'indifferenza, quindi, sono difese e, proprio perchè tali, non sempre rispecchiano la realtà dell'anima.


tratto da " il gioco delle passioni" Aldo carotenuto

BLIND DATE


IERI SERA h. 20 il mio e il suo PRIMO blind date!

lunedì 26 novembre 2007

IL BLOG IN_TEMPO...

Dopo tanti mesi di riflessione, vi comunico che IN_TEMPO il progetto video che ho iniziato questo inverno non troverà la sua fine.
Per una quantità di eventi successi, vissuti, non me la sento di andare avanti e ripercorrere delle tappe ancora dolorose per me.
Tale progetto, l'ho iniziato con un determinato entusiasmo che in questi mesi è notevolmente cambiato portandomi a non lavorarci più, così come non scrivere più sul BLOG IN_TEMPO.
Quindi dichiaro che IN_TEMPO muore definitivamente.
IL BLOG IN_TEMPO (http://intempokairos.blogspot.com/) ... si ferma, così come il progetto.
non so per quanto, non so se è definitivo...
Forse diventerà altro.
Non so.
Per il momento sono più importanti altre cose e altri lavori.
Tiziana

sabato 24 novembre 2007

QUANTO è BELLO SENTIRSI DIRE...

QUANTO è BELLO SENTIRSI DIRE... o leggere nelle mail di amici:

"Comunque devo dire che ti vedo piuttosto
bene ultimamente,
mi sembri
serena, o sbaglio?
Sorridi spesso e mi fa piacere"


E vaiiii! SORRiDO SPEsso, lo notano,
forse ci sto riuscendo!

Da troppi mesi i muscoli intorno
alla bocca
erano atrofizzati,

sorrisini ma non gran risate!

Con un sorriso
si possono dire più di mille parole.


Grazie AMICHE|AMICI!



QUESTO MI FA PROPRIO RIDERE

mario addis

giovedì 22 novembre 2007

ATTESA

martedì 20 novembre 2007

Urlare

tanti umori che vanno e vengono...
uno in particolare mi colpisce, la malinconia.
Vorrei un abbraccio.
Vorrei essere avvolta dal calore di due braccia, affondare il viso nel profumo della pelle.
Baciare.
e invece...
accarezzo il mio cane, che un bacino me lo regala sempre.
passa il tempo passano i mesi...
la ferita pian piano si chiude, ma il dolore ancora lo sento.
La pelle è sottile e trasparente, delicata.
Se appoggi il dito in superficie non sento, se affondi urlo.
Quale miglior liberazione... Urlare, poi rannicchiarti, abbracciare le tue gambe e chiudere gli occhi. Tutto scorre, i pensieri diventano liquidi. Scorrono tra le pieghe del cervello andando a trovare altri spazi e forme. Lo stomaco si scioglie. Il flusso riprende. Le mani non sono più fredde.
Baciami, bacia le mie labbra, il mio collo, il mio cuore.
Dove mi stai portando? In quale mondo confuso mi vuoi far vivere?
Ieri ho visto Viola, ora ha quasi un mese.
Mi sono emozionata.
...
Oggi non va...
NOn succede niente.

Voglio la scossa.

forse poi.. non è tutto come sembra




mercoledì 14 novembre 2007

BITTE 15/11/2007

GIOVEDI’ 15 NOVEMBRE 2007

BITTE OPENING PARTY
Ingresso free con tessera ARCI

Dalle 19 orario continuato

Con tre generazioni di DJs: BRO, PAINE’, TOMMY TUMBLE, HARSH, PANDAJ, I-TAL SOUND, DAIS, GOLDENBASS, VITO WAR, EM, MIGHTY MIKE, MON C,
CONGOROCK, JAMES VENTURI, ELECTRICALZ.

E una vagonata di visuals di ABBO, FALKO, GGT, ELEKTRIKA, CLAUDIO SINATTI, DEFETTO, INSIEMEVUOTO

BITTE - Via Watt 37, Milano

http://www.myspace.com/bittemilano

martedì 13 novembre 2007

... CUORE MIO, MENO MALE CHE CI SEI TU!


Celos
pudo el amor ser distinto
redes
trampa mortal en mi camino
y en un café , un café de ciudad
me contaste otra vez tu destino

Celos
celos en suelo argentino
fiebre
y mi ilusión que se deshizo
mientras te burlas de mí en tu canción
no me puedo librar del hechizo

Nubes
nubes de sal y de hastío
dudas
pago por ver lo que he perdido
la capital te atrapó, te embriagó
en el triste ritual del olvido.

Mmm
pudo el amor ser distinto
mmm
crudo final discepoliano
y en un café, un café de verdad
cayó el último acorde del piano

gotan project

CAFFè TORTONI 1°parte

Cafè Tortoni, interno art decò.

Rumori di sottofondo, bicchieri , piatti ,voci, musica di fisarmonica.


Ha gli occhi chiusi, e mentre suona, vede con chiarezza le sue dita scivolare sulla pelle ambrata di lei. Sono uniti da uno stretto abbraccio. Il suo profumo caldo e divino è un misto di limone e legno di cedro.

Ballano insieme. Guancia a guancia. I due bacini si toccano, uno è spigoloso l'altro procace. Le loro gambe si muovono e si intrecciano con elegante sensualità.

Sente legato alla sua gamba, il muscolo affusolato e forte della gamba di lei. L'inguine è teso. Il vestito nero, ingenuamente gli fa intravedere la piccola fossetta alla radice della coscia dove gli piace tanto appoggiare la sua lingua.

La stringe ancora di più. Sotto il suo palmo destro, ondeggia la linea della spina dorsale della sua donna.

La musica parla e i loro sguardi suonano.



Il bar, trasformato in una milonga, è lungo e stretto.

Tanto lungo e stretto da sembrare un ponte che collega l’universo della strada alle note della fisarmonica di Pepe.


E' una serata calda.

All'interno del Café Tortoni l'aria è solleticata solo dalle pale del ventilatore appeso al soffitto. Ci sono poche persone.

Dietro di lui c'è un tavolo con tre ragazzi che bevono birra.

Non li vede, li sente solo ridere. Forse sono studenti.

Accanto al tavolo goliardico, una donna sola dai capelli lunghi e neri legge un libro accompagnata da un bicchiere di vino rosso. L'ha notata quando è arrivata.

E' stato colpito dal suo modo di camminare.

Un andamento morbido e sinuoso che si appoggiava come pennellate di giallo, sulle note della fisarmonica di Pepe.

Non è la prima volta che la vede all'interno del Tortoni.

Al bancone, Gianni il barista che nel profondo del suo io crede si essere un gentleman, parla con due donne. Offre loro, senza neanche che le due pronuncino i propri desideri alcolici, un paio bicchieri di vino bianco.

La femmina a sinistra, quella più civettuola, è giunonica.

Il suo abito rosso senza spalline, sottolinea, più di ogni altra cosa il suo prosperoso decoltè.

E’ evidente che conosce Gianni da tempo. Hanno molta confidenza. Si piacciono, ce l’hanno scritto in fronte: Tu mi piaci.

Ma lei, nel suo modo di corteggiare, espone più le modalità maschili che quelle femminili.

Il musico, osservando tra un la e un do il match tra i due, trova che lei sia troppo diretta. Lo stuzzica ad una velocità talmente sostenuta che Gianni non ha neanche il tempo di pensare ad una risposta adeguata.

Allora quand’è che mi porti fuori a cena?”

Mah!…Quando vuoi…”

Parole pronunciate, che rimbalzano come una palla pazza sul seno della donna.

Quando voglio? Che vuol dire quando voglio? Ti sto chiedendo quando usciamo e tu cosa rispondi? Quando vuoi!”

Pepe non l’ha mai vista. I suoi seni sono talmente grandi e forti che se li sarebbe ricordati.

L’amica, invece è appoggiata al bancone, il suo braccio destro le sorregge la testa.

E’ tremendamente annoiata, il suo sguardo per niente divertito segue con relativa attenzione questo incontro di scherma verbale. Rari sono gli affondi.

Sorseggia il suo vino e con gli occhi fa l’inventario di ogni cosa e persona all’interno del cafè. Si guarda riflessa allo specchio


Pepe sorride, pensa che anche lui fa parte, a modo suo, di questo microcosmo e di questa schiera di personaggi che giorno dopo giorno popola il Cafè.

Ogni sera lui è lì, con la sua fisarmonica ed il suo wisky e, come Pepe che nel cafè aspetta qualcuno che lo ascolti suonare, anche gli altri attendono sempre qualcosa. Un amore, una chiacchera, un treno, un appuntamento, la fortuna, i tempi giusti, l'età giusta, la grande occasione. C'è sempre un motivo per aspettare qualcosa o qualcuno all'interno di un bar..


Pepe suda, e le sue dita umide scorrono ancora più facilmente sui tasti d'avorio del suo strumento. La sua mano sinistra come di consuetudine, con delicata decisione, fa vibrare gli accordi maggiori e le note più basse. La destra invece accarezza con bramosia i tasti bianchi e neri.

La scatola magica anche questa sera respira.

Inspira ed espira. Inspira ed espira e Pepe con lei.

Ad ogni nota i polmoni si dilatano.

Ogni boccata d'aria all'interno del mantice è vibrante eccitazione.

Chiude gli occhi e gode. La sua musica è l'espressione dei suoi sentimenti tormentati o felici che siano.


Pepe è un uomo di quarantotto anni dai capelli brizzolati e ricci.

Le sue dita sono lunghe e affusolate come le mani in uno degli autoritratti di Egon Schiele. Nodose, con le unghie corte e decorate da liniette che le rendono leggermente ruvide. All'anulare sinistro porta un anello dalla montatura antica e quadrata.

Sulla corniola incastonata c'è inciso il profilo di un guerriero.

Scegli quello che ti piace di più, ti voglio regalare un anello.”

Non lo leva mai, anzi di tanto in tanto sollevando l'indice e il medio, lo accarezza con il pollice come se stesse toccando la donna che glielo ha regalato.

I suoi occhi sono gialli e trasparenti come il miele, brillano alla luce del sole e quando ride si chiudono a fessura accentuando le tre pieghe intorno.

Ride con gli occhi.


Ad osservarlo suonare, in silenzio, c'è Maria.

E' la sua donna, ma non perché lui l'abbia scelta, ma è lei che, come una dea, da mesi lo ha voluto.

Pepe è un musicista e l'unica cosa per cui perde la testa è la sua passione.

Ciò che seleziona con accurata sensualità sono le sue fisarmoniche.

Ne possiede tre e ad ognuno di essa tocca suonare un umore diverso.


Questa sera a sillabare i suoni di Pepe è una Bandoneon Stradivarius del 1950, nera con decorazioni esagonali bianche, dipinte a mano.


Maria Lo sa. Guarda gelosa lo strumento maliardo. Desidera che lui suoni per lei. così come desidera che qualcun altro suoni per loro un tango.

Oppure vorrebbe essere lei uno dei tanti si bemolle su cui i polpastrelli di Pepe si posano.

E' una giovane donna di trentacinque anni. Una modella. Posa nuda per i giovani aspiranti scultori presso l'accademia di belle arti della città.

L'ovale del suo viso è perfetto paragonabile alla precisione della forma in una delle scultura di Costantin Brancusi. Liscio e ambrato con la linea dritta del naso che separa perfettamente in modo simmetrico un occhio dall'altro.

Il suo corpo è sodo e formoso. Non è molto alta, e questa mancanza parecchie volte l'ha imbarazzata.

Da piccola per poter guardare negli occhi qualcuno più alto di lei, si metteva sulle punte dei piedi procurandole ancora di più imbarazzo.

Indossa un vestito lungo e nero

venerdì 9 novembre 2007

VENDESI VENDESI

A qualcuno può interessare...

VESPA piaggio PX 150 colore ROSSO anno 2002
OTTIME CONDIZIONE tenuto sempre in garage KM 1700 anno 2002 catalitica, due specchietti, portapacchi posteriore cromato, freno a disco anteriore, ruota di scorta.
Coprigambe tucano.

CHE GIORNATA!


Oggi si fa veramente fatica a capire se è NOvembre o MArzo!

C'è il sole e il cielo è blu blu con delle nuvole sfilacciate di un bianco intenso.
...Giornata da parco o passeggiata sul lungo mare...
mano nella mano con qualcuno o semplicemente con il cane che corre e rimbalza come una palla PAZZA
Tutto brilla, anche il mio umore!
diciamolo... E' VENERDì!

lunedì 5 novembre 2007

L'ELEGANZA

mario addis

Mi piace molto...

domenica 4 novembre 2007

LA LEGGE LEVI-PRODI

La legge Levi-Prodi e la fine della Rete

Ricardo_Franco_Levi.jpg

Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.

Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it
from Beppe Grillo's Blog

sabato 3 novembre 2007

venerdì 2 novembre 2007

LONDRA 14 febb 2005


LONDRA 14 febb 2005
Video inviato da ballarella
insieme di ricordi... immagini appunti. Doveva essere l'inizio di un raccontovideo. Questi due minuti sono stati montati come se fossero le parole contenute all'interno di un mio diario. Non sono mai andata avanti.

lunedì 29 ottobre 2007

PENSIERI LONDINESI


PENSIERI LONDINESI
Video inviato da ballarella
- Vieni a vivere con me!
- NO.
- Perchè no?
- Perchè voglio riflettere, non corriamo, per il momento non me la sento.
- Cosa vuoi dire?
- Voglio dire che non me la sento... tutto qua.
- Si è rotto qualcosa tra di noi, cosa succede?
- Non si è rotto niente,ho solo voglia di stare con la gente, con te e la gente.
- Non ti credo più, non mi fido più. Io me ne vado.
- Perchè mi lasci sempre sola?
- Perchè c'è qualcosa che non va, tu mi fai male.
- Perchè non mi credi?
- Perchè tu non mi baci più.
- Io ti bacio con gli occhi, con le mani, con il corpo, ma tu non te ne accorgi neanche. Sei troppo occupato a pensare che qualcosa tra di noi si è rotto.
E' la pura che uccide i sentimenti. Le parole dell'amore sono la più grande trappola dell'anima.

Londra febbraio 2005

11/17/2007 11:00 PM - PAROV STELAR (Etage Noir Rec. - A) + MOTHER INC. @ TUNNEL

17 NOVEMBRE h 11:00 PM -


PAROV STELAR (Etage Noir Rec. - A) + MOTHER INC. @ TUNNEL
Via Sammartini, 30, Milano, Milano, - 10 Euro

ECLECTIC SESSIONS @ TUNNEL. Ospite questa sera Parov Stelar, l’uomo che si è inventato un suo stile attingendo a piene mani da campioni anni ’20 rivisitati in chiave house. E’ diventato fin da subito un punto di riferimento per la scena nu club jazz mondiale. Per la prima volta a Milano...

Parov Stelar, alias di Marcus Fuereder, dj/producer è diventato ormai uno degli artisti più rispettati Della grande scena della nuova musica austriaca nata con Kruder&Dorfmeister. La sua personale etichetta discografica è la Etage Noir e la sua caratteristica è la fusione dei groove house e breakbeat con la libertà stilistica del jazz. Dopo aver prodotto un manipolo di 12”, ha realizzato due album: Rough Cuts ed il più recente Seven & Storm particolarmente apprezzati da critica e pubblico.

domenica 28 ottobre 2007

GIRA

Una delle immagini che spesso mi viene in mente...
una persona al centro di un vortice... forse io. Tutto quello che la circonda ruota velocemente.
Gira,gira, gira, gira e lei è immobile.
Il suo occhio percepisce solo colori e forme a volte nitide e a volte impastate come gli ingredienti di un dolce. Lei non sente rumori.
I rumori e i suoni sono fuori. Lei è nel totale silenzio, osserva.
Aspetta chiarimenti o forse degli schiarimenti.

mercoledì 24 ottobre 2007

QUANDO TORNI DA BOSTON?

ARCHITETTO QUANDO TORNI DA BOSTON?

lunedì 22 ottobre 2007

ESCISSIONE racconto di KAIZENWARE

Escissione: [vc. dotta, lat. excisione(m), da excisus ‘escisso’: 1834] s.f. - (med.) Asportazione di una parte limitata di un tessuto o di un organo.

No, ferma un attimo.
C’è qualcosa che non torna.
Non doveva andare così.
Tutto questo tempo insieme a scambiare parole, gesti, emozioni, respiri, liquidi corporali, pensieri, opinioni, foto, ricordi, pareri, si anche io, no tu no, litigi, canzoni, progetti, cene, carezze…e adesso?
No, si, cioè, hai ragione, tutto deve finire. Anche la vita lo fa. Vero. Incontestabile. Sacrosanto. Pure un po’ scontato a dire il vero. Ma tant’è.
Lezioni? Imparare? Scusa?
Di che lezioni stai parlando? Di che cazzo di lezioni stai parlando?
Ah, dici di prendere il tutto come un passaggio, come una fase, come una crescita.
Gia’. Si. Certo. Come no.
L’evoluzione della specie.
E’ che è un po’ tardi per crescere, non trovi?
Voglio dire, quello che dovevo impare, le fottuttissime lezioni che dovevo apprendere, credo di averle già metabolizzate, non ti pare? Non sono un bambino.
Vuoi vedere dove sono le lezioni?
Ecco guarda prendi questo coltello. Vedi il pomo d’Adamo? Bene, piantamelo lì e scendi giù fino all’ombelico. Si, lo so, non è molto affilato, ma in fondo la carne umana non è poi tanto dura, si strapperà un po’, pazienza. Subito sotto il muscolo sternocleidomastoideo c’è l’osso piatto dello sterno. Lì ti servirà qualcosa di più duro. Un pestacarne. Un sanpietrino. Vedi tu. Rotto? Bene, bene adesso stacca la cartilagine delle costole. Questo è facile, dai, un po’ di leva e si staccano. Crac crac. Ora seguimi: mano destra di qua, sinistra di là e tira forte forte forte. Dovresti sentire lo stesso rumore di quando stacchi le cosce dai polli. Ci sei? Vedi bene lì dentro? Come dici? Il sangue ti ostruisce la vista? Oh che sarà mai, prendi un mestolo e buttalo fuori. Tanto non servirà più.
Ok, quelle due masse mollicce sono i polmoni, sotto quello di destra, un po’ più piccolo, c’è quella cosa chiamata cuore.
Riconosciuto? Si, lo so, è una cosa nuova per te, ma guarda non è difficile, è quella cosa che si muove ritmicamente.
Tum tum. Tum tum. Tum tum. Tum tum.


E che in certi momenti accelerava perché c’eri tu. Solo perchè eri fisicamente di fianco a me.
Ma non importa, non voglio fartela pesare, tranquilla. E non perdiamo tempo in futili e puerili tentativi di recupero.
Appoggia il coltello in alto, e scendi giù, staccane via un bel pezzo. Fai più o meno metà. Che dici? E’ tre quarti, lascio? Lascia lascia… è difficile quantificare esattamente, sai. Non è che l’amore sia matematica.
Hai tagliato? Bene, bene. Se fa male? Si, un po’, ma non è nulla rispetto al tenermi quel pezzo di te ancora qui dentro. Il piombo è un metallo pesante.
Infila bene le due mani, raccogli quel pezzo e portalo via. E’ tuo.
Mi raccomando chiudi bene la porta prima di uscire.

Per i punti, qui, ci penso io.


BEN ARRIVATA VIOLA!

Questa mattina una bimbetta è finalmente arrivata.
Si chiama Viola.
E' la figlia dei miei due più cari amici Leonardo e Maria.
...Io sono la zia che emozione!
Ben arrivata piccolo fiore .
IL VIOLA è conosciuto come il colore dello spirito e, in effetti, agisce sull'inconscio dando forza spirituale ed ispirazione. Questo colore rappresenta il valore medio tra terra e cielo, tra passione ed intelligenza, tra amore e saggezza. È il colore che la maggior parte delle persone rifiuta.[citazione necessaria]
La persona violetta è una persona sensibile, che si sente diversa dalla massa. È il colore della volontà di essere diversi, della metamorfosi, della transizione, ma anche della fascinazione erotica. Questo colore esprime un' energia pura, atavica: è una forza legata alla vitalità del rosso e all'intimo accoglimento dell'azzurro. È una colorazione insieme di attesa e di precognizione (non casualmente viene utilizzato nella liturgia Cristiana durante il periodo dell'Avvento e della Quaresima), eleva la coscienza umana fino al raggiungimento della pura luce bianca. È anche associato alla preghiera ed agli stati alterati di coscienza.
Il colore viola è uno dei colori che emerge frequentemente nei disegni dei bambini. Rappresenta l’urgenza di esprimersi: il suo apparire frequente è in relazione a quella situazione ambientale che non consente al bambino di muoversi liberamente in tutti i settori per le regole o le norme di comportamento che gli vengono imposte. Tale situazione conflittuale insorge sia in famiglia che nella scuola e può investire nel bambino:
la sfera del linguaggio; la sfera del comportamento; la sfera della libera espressione.

venerdì 19 ottobre 2007

IO NON LO CONOSCO BENE


IO NON LO CONOSCO BENE anzi...
Lo conosco da soli tre martedì. E' Andrea.
Lo incontro al nostro corso di scrittura.
Pochi scambi, qualche volta seduti vicini ad ascoltare la vulcanica e giocosa Chicca.
Conosco solo le sue parole scritte.
I suoi racconti mi fanno ridere, altri piangere e altri attaccano il mio stomaco come una mano che vuole strappare un foglio e ridurlo a pezzi.
andate a leggerlo...
http://www.detogni.com

.... detto anche KaizenWare




http://caliyuga.splinder.com

giovedì 18 ottobre 2007

MIA NONNA

La mia nonnina ieri pomeriggio è stata operata.
Un'attesa interminabile, cinque ore infinite
dove i pensieri correvano scatenati.
come andrà a finire?...
Oggi, tanto il suo dolore postoperatorio,
è stata sedata con morfina.
C'era e non c'era.
E' una donna forte e coraggiosa.
Ora anche lei, come mio nonno in primavera,
è piena di tubi, ossigeno, flebo e altro.
Ogni qual volta che questa immagine
si presenta davanti ai miei occhi,
piccoli brividi di freddo mi invadono
provocandomi scosse che bruciano la pelle.
Mia nonna è viva.
Ha tolto finalmente ciò che l'ha fatta invecchiare di colpo.
Qui a Milano le hanno tolto quella massa sanguinolenta
che a Catania nessuno aveva visto.
Questa è la cosa più grottesca.
Nessuno dei medici di ospedali PUBBLICI e cliniche PRIVATE
si è accorto che mia nonna avesse un tumore.
Le hanno fatto esami e analisi di tutti i tipi.
Nessuno di questi asini sbruffoni in camice bianco
ha saputo leggere correttamente i risultati.
Per mesi ha avuto febbre quasi a quaranta,
grottescamente hanno ipotizzato MALARIA.
Ha avuto l'emoglobina a sette quando i parametri giusti vanno da 12.0 a 16.0..
il suo era a 7 appunto.
Risposta lei ha una forte anemia,
inseguito abbiamo scoperto che lei era da trasfusioni...
Questi sono solo alcuni "piccoli"esempi vissuti sulla pelle di mia nonna (ricoverata 20 gg anche in Agosto)
di quello che è la malasanità in meridione.
In questo caso in Sicilia di preciso a Catania.
Ora aspetto solo che si riprenda e che finalmente possa uscire da questo benedetto ospedale da dove è chiusa da quasi due mesi.
Dopo ci sarà il terzo round: la chemioterapia.
Intanto lei, ancora una volta mi ha dimostrato
come si "combatte" per vivere senza arrendersi mai.



Technorati Profile

lunedì 15 ottobre 2007

VIOLA e SKILOS

Il silenzio fasullo del bosco veniva interrotto dall'abbaiare continuo del suo cane. Skilos. Come spesso capitava di domenica, aveva deciso di regalarsi un pomeriggio di camminata nel bosco. Un regalo che non era solo per lei ma anche per il suo cane. Un regalocome segno di riconoscimento. Un dono che premiava la lunga amicizia tra i due. Le riempiva il cuore vederlo correre alla ricerca di odori lungo soffici tappeti gialli e rossi, così come sorrideva quando con la coda dell'occhio, vedeva nascosto il muso sale e pepe del suo meticcio sotto voluminosi strati di foglie rumorose. Il rumore veniva provocato dallo scodinzolio del cane. In quella posizione Skilos, convinto di non essere visto era pronto per lanciarsi in un agguato giocoso verso la sua padrona. La passeggiata nel bosco era un gioco. Era dedicare del tempo a se stessi. Voleva dire ritrovarsi dopo una lunga settimana metropolitana. Quel pomeriggio però erano usciti più tardi rispetto al loro solito orario. Un orario che le permetteva di stare in giro almeno due ore fino al tramontare del sole e che le consentiva poi di ripartire per la città senza il rischio di ritrovarsi bloccata in interminabili code sulla strada del ritorno. Come sempre Viola e Skilos si inoltrarono lungo il solito sentiero. Un percorso dal profumo umido di muschio e funghi, innumerevoli castagni e giganti querce circondate da tanti piccoli ciclamini e grosse felci. Lei quel bosco lo conosceva bene. In quel bosco aveva passato la sua infanzia, era andata alla ricerca di serpentelli con gli amici di allora, aveva raccolto violette e ciclamini insieme alla madre, cercato castagne con gli anziani del paese e fatto innumerevoli passeggiate con il suo ultimo fidanzato. L'uomo di cui lei era innamorata. L'uomo che l'aveva lasciata. Era da due ore che camminava, da due ore che pensava e rimuginava. Piano piano sentiva crescere dentro di se un irrequietezza immotivata. Ricordando tutte le sensazioni che quel posto racchiudeva, di colpo si fermò. Di impsovviso si rese conto che già da tempo aveva abbandonato la strada da lei conosciuta. In quel momento stava percorrendo un sentiero nuovo che si snodava lungo un'altra zona del bosco che come un abbraccio cingeva il monte Ilice. Era già calato il crepuscolo e Ora quel bosco le sembrava solitario e diverso. Lei per la prima volta si sentiva estranea in quell'area e non capiva se in verità si fosse persa o voleva perdersi. Più avanti a circa 20metri più in la rispetto a lei Skilos abbaiava nervosamente. Lei lo chiamò ma lui non le diede neanche uno sguardo,continuava ad abbaiare. Tutto in lei si fermò, sentiva solo il cuore improvvisamente battere forte. Di colpo la sua mente le fece una domanda :” Hai paura?” No!Non aveva paura, ma Voleva piangere, voleva sedersi a Terra e piangere. Aveva perso il controllo voleva tornare a casa e non capiva più come arrivarci e dove lei fosse. Si guardò intorno, cercò di aprire gli occhi il più possibile per trovare in quella penombra dei punti di riferimento nella vallata. Skilos continuava ad abbaiare e lei si diresse verso di lui. Fu lì che la incontrò, chinata con la mano destra tesa verso il suo cane. Era una signora di età indefinibile, poteva avere 30 come 60 anni, ed era vestita in maniera assolutamente anonima. Le si avvicinò con aria del tutto naturale e con la naturalezza che mostra il padrone di casa con un gradito ospite, le rivolse la parola. Si presentò: disse di chiamarsi Silvana, sottolineando che il suo nome aveva la stessa radice latina che significa "Bosco, selva", come il bosco che le stava facendo incontrare. La ragazza notò che la donna aveva un piccolo mazzo di fiori. Anche Viola si presentò e mentre le chiedeva come far a tornare sul sentiero del ritorno, Silvana non curante della domanda riprese a raccogliere un fiore da terra, poi un po più in la un ramo da un albero, e poi un altro fiore allontanandosi piano piano da Viola che rimase ferma ad osservarla. Non sapeva cosa fare, il cane si era calmato e sembrava quasi incitare la sua padrona a seguire la donna con il mazzo di fiori. Ormai si era fatto buio. Camminarono senza mai rivolgersi la parola. Silvana avanti e Viola e Skilos dietro. La ragazza sentiva uno strano dolore nella pancia desiderava essere a casa, desiderava non essere mai uscita. Si chiedeva perché mai stava vivendo quella sensazione di perdizione e spaesamento. Si fermò, le lacrime con violenza iniziarono ad uscire. Silvana non si voltò, Il mazzo le scivolò dalle mani e cadde a terra. Tesa, ferma, pareva avere raccolto su di sé tutto il dolore dei pensieri di Viola. Le chiese perché piangeva e si disperava. D'impulso le parole uscivano in autonomia. Rispose che non era felice da tanto tempo, anche se non le mancava niente. Dopo un breve silenzio la donna del bosco si girò e le disse che aveva perso la felicità,
perchè le era stato negato il dono della libertà.
Nella mente di Viola ora c'era solo confusione, caos.
Perchè quella donna che non conosceva le diceva tutto ciò,
chi era?cosa voleva? come si permetteva?

Si guardarono, Viola sentiva lo sguardo di Silvana penetrare il suo. Si sentiva a disagio, ma stava lì ferma, immobile. Inaspettatamente la donna dall'età indefinibile raccolse i suoi fiori da terra, sorrise quasi come per salutare e scappò via lungo il sentiero davanti a loro. Tutto fu così rapido che Viola e il suo cane la inseguirono ma l'Abitatrice delle Selve era scomparsa.

Skilos riprese ad abbaiare, erano all'inizio della strada che porta al paese.



domenica 14 ottobre 2007

liberiamo la testa




liberiamo la testa E' ora di pranzo sono stata fuori con Mirtilla il solito giro del quartiere siamo state a vedere se entra luce nella “nuova” casa. Mi piace questa settimana l'ho vista quattro volte devo solo decidere al diavolo lui e i nostri progetti forse più miei che suoi io vado avanti sono libera il progetto di crescita riinizia non ho paura di affrontare ennesimi cambiamenti di riiniziare da capo da sola io e Mirtilla cambio veduta panorama abbandono i binari per prenderne altri la nonna è ancora in ospedale attende di essere operata manca pochissimo è strano in questi giorni ho realizzato che è qui da un mese prima volta da adulta la vivo quotidianamente a milano ma in ospedale vado da lei e non mi rendo proprio conto che il tempo passa le ore passano e noi parliamo le racconto della casa le ho fatto vedere le piante dell'appartamento sulla carta piace anche a lei Ho fame fumo una sigaretta fuori è tornato il sole questa notte non riuscivo a dormire ho fatto delle foto soggetto io con cappello belle ho giocato

mercoledì 10 ottobre 2007


"La vita può essere capita solo all'indietro, ma va vissuta in avanti."

(S. Kierkegaard)

martedì 9 ottobre 2007

XL-60

Lo guardo, è appeso alla libreria della mia stanza. E' li insieme al suo simile comprato a Londra. Come mia abitudine inconscia, ne acquisto uno in ogni città che segna in me un cambiamento. E' posizionato in alto, su uno degli spigoli del montante di destra della libreria.

Lo osservo e ripenso al momento in cui ho deciso che volevo un cappello nuovo.

Eravamo in tre, seduti sui gradini di una delle mille fontane di Roma. Bevevamo una birra, osservavamo i passanti, si parlava di gay senza ricordarmi il perché e programmavamo i nostri spostamenti per la notte bianca. Nel bel mezzo di tutte queste chiacchiere io ho detto: voglio un cappello! Voglio un cappello per la mia seconda volta a Roma”.

Sia Ivan che Paolo mi guardarono. Nessuno dei due era stupito né altro.

Dagli sguardi, capì solo che la cosa intrigava anche loro.

Ivan risponde:” ok lo cerchiamo”.

Abbiamo girato per negozi di vicoli e vicoletti e nel frattempo io, entravo nel vivo della città. Al terzo tentativo l'abbiamo trovato. Ivan che già possedeva la sua coppola, ne ha provati altri, Paolo ha trovato il suo e io il mio cappello cilindro. L'ho indossato , mi son guardata e subito è stato feeling. E' bastato poco e la mia immagine era cambiata, da sotto la tesa larga il mio sguardo era cambiato. Un accessorio così impegnativo mi dava allegria facendomi sentire diversa, capace di osare. Un cappello stile 800 abbinato a due occhi verdi curiosi, a dei jeans, a una canottiera e a dei sandali.

E' il mio cappello cilindro. E' nero, di feltro con una tesa larga e una fascia opaca.

Guardandolo bene la sua linea è deformata, con la parte centrale più stretta rispetto alle estremità. Non c'è nessuna stoffa, seta o raso che lo ricopra all'interno. E' tutto di feltro e proprio all'interno c'è solo una piccola etichetta nera che riporta la scritta con caratteri color oro XL-60. L'ho indossato solo quel giorno, per tutto il giorno senza mai toglierlo.

Una giornata calda di metà settembre.

Ora è posizionato in alto, su uno degli spigoli del montante di destra della libreria Ivar Ikea.

C'è un tempo per tutto o forse tutto ha un tempo.