THERE IS ALWAYS HOPE

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"Prendete una sedia e sistematevi sull'orlo del precipizio: solo allora potrà avere inizio la storia che voglio raccontarvi"
Francis Scott Fitzgerald

lunedì 22 ottobre 2007

ESCISSIONE racconto di KAIZENWARE

Escissione: [vc. dotta, lat. excisione(m), da excisus ‘escisso’: 1834] s.f. - (med.) Asportazione di una parte limitata di un tessuto o di un organo.

No, ferma un attimo.
C’è qualcosa che non torna.
Non doveva andare così.
Tutto questo tempo insieme a scambiare parole, gesti, emozioni, respiri, liquidi corporali, pensieri, opinioni, foto, ricordi, pareri, si anche io, no tu no, litigi, canzoni, progetti, cene, carezze…e adesso?
No, si, cioè, hai ragione, tutto deve finire. Anche la vita lo fa. Vero. Incontestabile. Sacrosanto. Pure un po’ scontato a dire il vero. Ma tant’è.
Lezioni? Imparare? Scusa?
Di che lezioni stai parlando? Di che cazzo di lezioni stai parlando?
Ah, dici di prendere il tutto come un passaggio, come una fase, come una crescita.
Gia’. Si. Certo. Come no.
L’evoluzione della specie.
E’ che è un po’ tardi per crescere, non trovi?
Voglio dire, quello che dovevo impare, le fottuttissime lezioni che dovevo apprendere, credo di averle già metabolizzate, non ti pare? Non sono un bambino.
Vuoi vedere dove sono le lezioni?
Ecco guarda prendi questo coltello. Vedi il pomo d’Adamo? Bene, piantamelo lì e scendi giù fino all’ombelico. Si, lo so, non è molto affilato, ma in fondo la carne umana non è poi tanto dura, si strapperà un po’, pazienza. Subito sotto il muscolo sternocleidomastoideo c’è l’osso piatto dello sterno. Lì ti servirà qualcosa di più duro. Un pestacarne. Un sanpietrino. Vedi tu. Rotto? Bene, bene adesso stacca la cartilagine delle costole. Questo è facile, dai, un po’ di leva e si staccano. Crac crac. Ora seguimi: mano destra di qua, sinistra di là e tira forte forte forte. Dovresti sentire lo stesso rumore di quando stacchi le cosce dai polli. Ci sei? Vedi bene lì dentro? Come dici? Il sangue ti ostruisce la vista? Oh che sarà mai, prendi un mestolo e buttalo fuori. Tanto non servirà più.
Ok, quelle due masse mollicce sono i polmoni, sotto quello di destra, un po’ più piccolo, c’è quella cosa chiamata cuore.
Riconosciuto? Si, lo so, è una cosa nuova per te, ma guarda non è difficile, è quella cosa che si muove ritmicamente.
Tum tum. Tum tum. Tum tum. Tum tum.


E che in certi momenti accelerava perché c’eri tu. Solo perchè eri fisicamente di fianco a me.
Ma non importa, non voglio fartela pesare, tranquilla. E non perdiamo tempo in futili e puerili tentativi di recupero.
Appoggia il coltello in alto, e scendi giù, staccane via un bel pezzo. Fai più o meno metà. Che dici? E’ tre quarti, lascio? Lascia lascia… è difficile quantificare esattamente, sai. Non è che l’amore sia matematica.
Hai tagliato? Bene, bene. Se fa male? Si, un po’, ma non è nulla rispetto al tenermi quel pezzo di te ancora qui dentro. Il piombo è un metallo pesante.
Infila bene le due mani, raccogli quel pezzo e portalo via. E’ tuo.
Mi raccomando chiudi bene la porta prima di uscire.

Per i punti, qui, ci penso io.


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