SON PARTITA CON QUELLO DELLE 20.35, ARRIVATA A CATANIA ALLE 22.40
martedì 25 dicembre 2007
PER CONCLUDERE....
SON PARTITA CON QUELLO DELLE 20.35, ARRIVATA A CATANIA ALLE 22.40
alle 15:55 0 commenti
lunedì 24 dicembre 2007
LA MALEDIZIONE DEL LUNEDì CONTINUA ANCHE SE è...
LA MALEDIZIONE DEL LUNEDì CONTINUA ANCHE SE è... LA VIGILIA DI NATALE!!!!
dopo aver affrontato le catastrofi più assurde nei due lunedì di fine novembre e due di Dicembre (1° lunedì: non essere riuscita a mandare in onda un programma alle ore 20.30... è andato in onda alle 23.30 i computer si ribellavano. 2° lunedì: passare una mattinata a cazzeggiare con le piante sapendo di lavorare di sera e trovarsi alle 16.15 a un quart'ora dalla timbrata d'entrata ad aspettare il carroattrezzi perchè la macchina non parte! arrivo al lavoro a un quarto alle 19. 3° lunedì lavoro di mattina ore nove, vado a letto presto la sera prima perchè voglio essere puntuale. Sono in piedi dalle sette.
Decido di portare MIrtilla fuori alle ore otto. Bene, metto la tuta, MIrtilla, cappotto, chiavi. Esco chiudo la porta la chiave si blocca!!! chiusaa fuori di casa fino alle 9.30 ad aspettare l'omino che gentilmente mi smontasse la serratura, la porta e quant'altro. Al lavoro sono arrivata alle undici)....
GRASSE RISATE!
non potevo oggi smentirmi, e partire tranquilla per la Sicilia. NO! NO! No!
Ore 12.30 si allaga il BAgno! rido e tanto mi armo di starcci e quant'altro e raccolgo ettolitri d'acqua. Bene pulisco tutto e finalmente penso che sia arrivato il momento di fare la valigia per i miei giorni in Sicilia, ed ecco che!
PPPPSSSSSSSSSSSSSSSSSSSS SCCCCIUUUUUUUUUUUUUUUUUUU!
pARTE UN TUTBO DEL CESSO, MIRTILLA SCAPPA IO ENTRO IN BAGNO E VENGO LETTERALMENTE LAVATA. NOn sapevo se piangere o ridere.
Bene, mi son alzata le maniche e giuù di nuovo con gli stracci!
Casa allagata.
Ilmio aereo parte alle 18.55.
AUGURI DI BUON NATALE A TUTTI!
tiziana
alle 14:39 0 commenti
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giovedì 20 dicembre 2007
mercoledì 19 dicembre 2007
martedì 18 dicembre 2007
lunedì 17 dicembre 2007
Esplodere o implodere
Diverso... Come diverso? Il problema: esplodere o implodere tornerebbe a ripresentarsi? Assorbito dal vortice di questa galassia, riaffacciarsi su altri tempi e altri cieli? Qui sprofondare nel freddo silenzio, là esprimersi in urli fiammeggianti d'un altro linguaggio? Qui assorbire il male e il bene come una spugna nell'ombra, là sgorgare come uno zampillo abbagliante, spargersi, spendersi, perdersi? A che pro allora il ciclo tornerebbe a ripetersi? Non so nulla, non voglio sapere, non voglio pensarci: ora, qui, la mia scelta è fatta: io implodo, come se il precipitare centripeto mi salvasse per sempre da dubbi e da errori, dal tempo dei mutamenti effimeri, dalla scivolosa discesa del prima e del poi, per farmi accedere a un tempo stabile, fermo, levigato e raggiungere la sola condizione definitiva, compatta, omogenea. Esplodete, se così vi garba, irradiatevi in frecce infinite, prodigatevi, scialacquate, buttatevi via: io implodo, crollo dentro l'abisso di me stesso, verso il mio centro sepolto, infinitamente.
(...) So che non devo dare ascolto alle voci, nè dare credito a visioni o a incubi. Continuo a scavare nel mio buco, nella mia tana di talpa."
da "Cosmicomiche" di Italo Calvino
alle 16:08 0 commenti
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venerdì 14 dicembre 2007
PERCHè?
durante la relazioneper parlare,
capirsi e quant'altro,
se poi tutto diventa polvere?
che prendono il volo.
Avare molecole che tengono tutto per se.
alle 18:30 0 commenti
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martedì 11 dicembre 2007
lunedì 10 dicembre 2007
IL CAMBIAMENTO...
Il cambiamento fa PAURA... perchè è doloroso
Non sai cosa sarà.
e alla fine è indispensabile...
alle 21:53 0 commenti
mercoledì 5 dicembre 2007
Innamoramento e amore
"La vita può essere capita solo all'indietro, ma va vissuta in avanti"(Kierkegaard)
Innamoramento e amore
L’innamoramento è un sentimento e ciò che noi sentiamo per qualcuno o per qualcosa
non può essere messo in discussione.
L’amore è qualche cosa di più e di diverso,
è un agire concreto verso l’altro,
implica il suo bene, non come intenzione, bensì come conseguenza del nostro agire.
Richiede una grande capacità di ascoltare l’altro,
di stabilire con lui un rapporto empatico
perché senza empatia non può esistere amore.
Se l’innamoramento deve essere misurato con il metro di chi è innamorato,
l’amore deve misurarsi necessariamente con il metro della persona amata.
Quanto sofferenza in meno dovremmo sopportare
se ci limitassimo a constatare ciò che l’altro riesce realmente ad essere in relazione a noi,
se ci chiedessimo semplicemente se ci piace o non ci piace
ciò che quotidianamente di fatto l'altro ci dà non ci dà.
Di buone intenzioni si sa sono notoriamente lastricate le vie dei cimiteri!
Ciò che l’altro vorrebbe darci ma non ci dà,
ciò che vorrebbe essere ma non riesce ad essere “perché....”,
ciò che potrebbe “se....”,
dovrebbe essere materia di studio per gli psichiatri, per i giudici, per i padri e per le madri
che tanti danni continuano a fare,
non per persone che ogni giorno soffrono, subiscono,
ma continuano ostinatamente a dire: non è colpa sua…
lui/lei non vorrebbe farmi del male… lui/lei in fondo mi vuole bene…
vorrebbe essere gentile.. generoso/a, ma con i genitori che ha avuto,
con la vita che ha fatto… Poverino/a…
Queste considerazioni dovrebbero indurci a essere più tolleranti, più benevoli,
con il nostro prossimo e ancor di più con il nostro partner,
a non fermarci alla superficie delle cose,
non ad andarci a letto assieme, a viverci assieme un’intera vita di sofferenze
nella speranza che cambi.
È giusto e meritevole compiere normali e ragionevoli sforzi
nella speranza di far emergere la presunta bella persona che è nell’altro,
ma quando non basterebbero 20 anni di psicanalisi conviene lasciare il passo a chi pagato per questo.
L’innamorato ha una immagine dell’altro che non corrisponde quasi mai alla realtà
e quando la realtà prima o poi affiora quasi sempre il suo innamoramento finisce.
L’innamorato è possessivo, geloso, vive le persone del proprio stesso sesso
come una minaccia da cui difendersi.
Ma anche gli interessi dell’altro al di fuori della coppia,
il suo stesso affermarsi, crescere,
sono vissuti spesso dall’innamorato come qualcosa da ostacolare con ogni mezzo,
pur di non perdere l’oggetto del proprio piacere.
Diversamente chi ama riconosce l’altro per ciò che è,
non lo ostacola nei suoi progetti, nei suoi impegni, non lo scoraggia,
non ne rivendica la costante presenza.
Lo stima, non può non stimarlo, perché sa perfettamente che senza stima e rispetto reciproco
non può esistere amore.
Può esistere innamoramento, non amore, ed è amore ciò che cerca.
L’altro non è mai per chi ama puro e semplice oggetto del soddisfacimento dei propri bisogni,
da trattenere comunque, anche contro la propria volontà.
Se dovesse scoprire che l’altro se ne vuole andare,
sarebbe lui stesso ad aprirgli la porta.
Con dolore, certo, ma gli aprirebbe la porta.
L’altro lo sa, lo sente e per questo non può tradirlo,
o almeno non dovrebbe: non è necessario e l'altro non se lo merita proprio.
Tra due persone che realmente sanno amare e si amano
una storia può anche finire, con sofferenza, ma senza vero tradimento, senza inganni.
Due persone che sanno cosa vuol dire amare
quando si lasciano cercano sempre di procurarsi solo
la quantità di dolore strettamente inevitabile.
alle 12:49 1 commenti
Etichette: RIFLESSIONE
martedì 4 dicembre 2007
... distanza e indifferenza...
Questo genere di esperienze offre livelli di gratificazione così elevati da generare una vera e propria dipendenza fisica e psicologica in chi la vive.Lasciarsi travolgere dai sentimenti significa essere pronti a ricevere tutto ciò che di bello, ma anche di triste e doloroso, un rapporto può riservarci. Le persone che appaiono rigide fredde controllate, indossano in realtà una corazza che denuncia la loro grande vulnerabilità. L'apparente irraggiungibilità di questi individui, così fragili ma così ben equipaggiati da apparire forti e inflessibili esercita spesso un fascino irresistibile. Il desiderio, che l'inafferrabilità dell'Altro accende, è determinato dall'attivazione di una particolare esigenza psichica. In alcuni casi infatti la passione viene scatenata proprio dalla necessità di confrontarsi con la distanza, con l'assenza e l'irragiungibilità della persona amata. I rapporti strutturati su questo genere di dinamiche inevitabilmente comportano delle sofferenza, perchè recano un'enorme carica distruttiva. (...)
Sottrarsi all'altro, negarsi al suo desiderio e persino il mostrarsi indifferenti alle manifestazioni amorose sono in realtà modalità difensive che determinati individui mettono in atto per fronteggiare la paura. La distanza e l'indifferenza, quindi, sono difese e, proprio perchè tali, non sempre rispecchiano la realtà dell'anima.
tratto da " il gioco delle passioni" Aldo carotenuto
alle 10:31 0 commenti
lunedì 26 novembre 2007
IL BLOG IN_TEMPO...
Dopo tanti mesi di riflessione, vi comunico che IN_TEMPO il progetto video che ho iniziato questo inverno non troverà la sua fine.
Per una quantità di eventi successi, vissuti, non me la sento di andare avanti e ripercorrere delle tappe ancora dolorose per me.
Tale progetto, l'ho iniziato con un determinato entusiasmo che in questi mesi è notevolmente cambiato portandomi a non lavorarci più, così come non scrivere più sul BLOG IN_TEMPO.
Quindi dichiaro che IN_TEMPO muore definitivamente.
IL BLOG IN_TEMPO (http://intempokairos.blogspot.com/) ... si ferma, così come il progetto.
non so per quanto, non so se è definitivo...
Forse diventerà altro.
Non so.
Per il momento sono più importanti altre cose e altri lavori.
Tiziana
alle 15:04 1 commenti
Etichette: IO
sabato 24 novembre 2007
QUANTO è BELLO SENTIRSI DIRE...
QUANTO è BELLO SENTIRSI DIRE... o leggere nelle mail di amici:
"Comunque devo dire che ti vedo piuttosto
bene ultimamente,
mi sembri serena, o sbaglio?
Sorridi spesso e mi fa piacere"
E vaiiii! SORRiDO SPEsso, lo notano,
forse ci sto riuscendo!
Da troppi mesi i muscoli intorno
alla bocca
erano atrofizzati,
sorrisini ma non gran risate!
Con un sorriso
si possono dire più di mille parole.
Grazie AMICHE|AMICI!
alle 19:11 0 commenti
Etichette: IO
giovedì 22 novembre 2007
martedì 20 novembre 2007
Urlare
tanti umori che vanno e vengono...
uno in particolare mi colpisce, la malinconia.
Vorrei un abbraccio.
Vorrei essere avvolta dal calore di due braccia, affondare il viso nel profumo della pelle.
Baciare.
e invece...
accarezzo il mio cane, che un bacino me lo regala sempre.
passa il tempo passano i mesi...
la ferita pian piano si chiude, ma il dolore ancora lo sento.
La pelle è sottile e trasparente, delicata.
Se appoggi il dito in superficie non sento, se affondi urlo.
Quale miglior liberazione... Urlare, poi rannicchiarti, abbracciare le tue gambe e chiudere gli occhi. Tutto scorre, i pensieri diventano liquidi. Scorrono tra le pieghe del cervello andando a trovare altri spazi e forme. Lo stomaco si scioglie. Il flusso riprende. Le mani non sono più fredde.
Baciami, bacia le mie labbra, il mio collo, il mio cuore.
Dove mi stai portando? In quale mondo confuso mi vuoi far vivere?
Ieri ho visto Viola, ora ha quasi un mese.
Mi sono emozionata.
...
Oggi non va...
NOn succede niente.
Voglio la scossa.
alle 18:35 0 commenti
Etichette: IO, SCRITTURA SELVAGGIA
mercoledì 14 novembre 2007
BITTE 15/11/2007
GIOVEDI’ 15 NOVEMBRE 2007
BITTE OPENING PARTY
Ingresso free con tessera ARCI
Dalle 19 orario continuato
Con tre generazioni di DJs: BRO, PAINE’, TOMMY TUMBLE, HARSH, PANDAJ, I-TAL SOUND, DAIS, GOLDENBASS, VITO WAR, EM, MIGHTY MIKE, MON C,
CONGOROCK, JAMES VENTURI, ELECTRICALZ.
E una vagonata di visuals di ABBO, FALKO, GGT, ELEKTRIKA, CLAUDIO SINATTI, DEFETTO, INSIEMEVUOTO
BITTE - Via Watt 37, Milano
http://www.myspace.com/bittemilano
alle 12:24 1 commenti
Etichette: APPUNTAMENTI, MUSICA
martedì 13 novembre 2007
... CUORE MIO, MENO MALE CHE CI SEI TU!
pudo el amor ser distinto
redes
trampa mortal en mi camino
y en un café , un café de ciudad
me contaste otra vez tu destino
Celos
celos en suelo argentino
fiebre
y mi ilusión que se deshizo
mientras te burlas de mí en tu canción
no me puedo librar del hechizo
Nubes
nubes de sal y de hastío
dudas
pago por ver lo que he perdido
la capital te atrapó, te embriagó
en el triste ritual del olvido.
Mmm
pudo el amor ser distinto
mmm
crudo final discepoliano
y en un café, un café de verdad
cayó el último acorde del piano
gotan project
alle 21:01 0 commenti
Etichette: IO
CAFFè TORTONI 1°parte
Cafè Tortoni, interno art decò.
Rumori di sottofondo, bicchieri , piatti ,voci, musica di fisarmonica.
Ha gli occhi chiusi, e mentre suona, vede con chiarezza le sue dita scivolare sulla pelle ambrata di lei. Sono uniti da uno stretto abbraccio. Il suo profumo caldo e divino è un misto di limone e legno di cedro.
Ballano insieme. Guancia a guancia. I due bacini si toccano, uno è spigoloso l'altro procace. Le loro gambe si muovono e si intrecciano con elegante sensualità.
Sente legato alla sua gamba, il muscolo affusolato e forte della gamba di lei. L'inguine è teso. Il vestito nero, ingenuamente gli fa intravedere la piccola fossetta alla radice della coscia dove gli piace tanto appoggiare la sua lingua.
La stringe ancora di più. Sotto il suo palmo destro, ondeggia la linea della spina dorsale della sua donna.
La musica parla e i loro sguardi suonano.
Il bar, trasformato in una milonga, è lungo e stretto.
Tanto lungo e stretto da sembrare un ponte che collega l’universo della strada alle note della fisarmonica di Pepe.
E' una serata calda.
All'interno del Café Tortoni l'aria è solleticata solo dalle pale del ventilatore appeso al soffitto. Ci sono poche persone.
Dietro di lui c'è un tavolo con tre ragazzi che bevono birra.
Non li vede, li sente solo ridere. Forse sono studenti.
Accanto al tavolo goliardico, una donna sola dai capelli lunghi e neri legge un libro accompagnata da un bicchiere di vino rosso. L'ha notata quando è arrivata.
E' stato colpito dal suo modo di camminare.
Un andamento morbido e sinuoso che si appoggiava come pennellate di giallo, sulle note della fisarmonica di Pepe.
Non è la prima volta che la vede all'interno del Tortoni.
Al bancone, Gianni il barista che nel profondo del suo io crede si essere un gentleman, parla con due donne. Offre loro, senza neanche che le due pronuncino i propri desideri alcolici, un paio bicchieri di vino bianco.
La femmina a sinistra, quella più civettuola, è giunonica.
Il suo abito rosso senza spalline, sottolinea, più di ogni altra cosa il suo prosperoso decoltè.
E’ evidente che conosce Gianni da tempo. Hanno molta confidenza. Si piacciono, ce l’hanno scritto in fronte: Tu mi piaci.
Ma lei, nel suo modo di corteggiare, espone più le modalità maschili che quelle femminili.
Il musico, osservando tra un la e un do il match tra i due, trova che lei sia troppo diretta. Lo stuzzica ad una velocità talmente sostenuta che Gianni non ha neanche il tempo di pensare ad una risposta adeguata.
“ Allora quand’è che mi porti fuori a cena?”
“Mah!…Quando vuoi…”
Parole pronunciate, che rimbalzano come una palla pazza sul seno della donna.
“Quando voglio? Che vuol dire quando voglio? Ti sto chiedendo quando usciamo e tu cosa rispondi? Quando vuoi!”
Pepe non l’ha mai vista. I suoi seni sono talmente grandi e forti che se li sarebbe ricordati.
L’amica, invece è appoggiata al bancone, il suo braccio destro le sorregge la testa.
E’ tremendamente annoiata, il suo sguardo per niente divertito segue con relativa attenzione questo incontro di scherma verbale. Rari sono gli affondi.
Sorseggia il suo vino e con gli occhi fa l’inventario di ogni cosa e persona all’interno del cafè. Si guarda riflessa allo specchio
Pepe sorride, pensa che anche lui fa parte, a modo suo, di questo microcosmo e di questa schiera di personaggi che giorno dopo giorno popola il Cafè.
Ogni sera lui è lì, con la sua fisarmonica ed il suo wisky e, come Pepe che nel cafè aspetta qualcuno che lo ascolti suonare, anche gli altri attendono sempre qualcosa. Un amore, una chiacchera, un treno, un appuntamento, la fortuna, i tempi giusti, l'età giusta, la grande occasione. C'è sempre un motivo per aspettare qualcosa o qualcuno all'interno di un bar..
Pepe suda, e le sue dita umide scorrono ancora più facilmente sui tasti d'avorio del suo strumento. La sua mano sinistra come di consuetudine, con delicata decisione, fa vibrare gli accordi maggiori e le note più basse. La destra invece accarezza con bramosia i tasti bianchi e neri.
La scatola magica anche questa sera respira.
Inspira ed espira. Inspira ed espira e Pepe con lei.
Ad ogni nota i polmoni si dilatano.
Ogni boccata d'aria all'interno del mantice è vibrante eccitazione.
Chiude gli occhi e gode. La sua musica è l'espressione dei suoi sentimenti tormentati o felici che siano.
Pepe è un uomo di quarantotto anni dai capelli brizzolati e ricci.
Le sue dita sono lunghe e affusolate come le mani in uno degli autoritratti di Egon Schiele. Nodose, con le unghie corte e decorate da liniette che le rendono leggermente ruvide. All'anulare sinistro porta un anello dalla montatura antica e quadrata.
Sulla corniola incastonata c'è inciso il profilo di un guerriero.
“ Scegli quello che ti piace di più, ti voglio regalare un anello.”
Non lo leva mai, anzi di tanto in tanto sollevando l'indice e il medio, lo accarezza con il pollice come se stesse toccando la donna che glielo ha regalato.
I suoi occhi sono gialli e trasparenti come il miele, brillano alla luce del sole e quando ride si chiudono a fessura accentuando le tre pieghe intorno.
Ride con gli occhi.
Ad osservarlo suonare, in silenzio, c'è Maria.
E' la sua donna, ma non perché lui l'abbia scelta, ma è lei che, come una dea, da mesi lo ha voluto.
Pepe è un musicista e l'unica cosa per cui perde la testa è la sua passione.
Ciò che seleziona con accurata sensualità sono le sue fisarmoniche.
Ne possiede tre e ad ognuno di essa tocca suonare un umore diverso.
Questa sera a sillabare i suoni di Pepe è una Bandoneon Stradivarius del 1950, nera con decorazioni esagonali bianche, dipinte a mano.
Maria Lo sa. Guarda gelosa lo strumento maliardo. Desidera che lui suoni per lei. così come desidera che qualcun altro suoni per loro un tango.
Oppure vorrebbe essere lei uno dei tanti si bemolle su cui i polpastrelli di Pepe si posano.
E' una giovane donna di trentacinque anni. Una modella. Posa nuda per i giovani aspiranti scultori presso l'accademia di belle arti della città.
L'ovale del suo viso è perfetto paragonabile alla precisione della forma in una delle scultura di Costantin Brancusi. Liscio e ambrato con la linea dritta del naso che separa perfettamente in modo simmetrico un occhio dall'altro.
Il suo corpo è sodo e formoso. Non è molto alta, e questa mancanza parecchie volte l'ha imbarazzata.
Da piccola per poter guardare negli occhi qualcuno più alto di lei, si metteva sulle punte dei piedi procurandole ancora di più imbarazzo.
Indossa un vestito lungo e nero
alle 19:25 1 commenti
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venerdì 9 novembre 2007
VENDESI VENDESI
A qualcuno può interessare...
VESPA piaggio PX 150 colore ROSSO anno 2002
OTTIME CONDIZIONE tenuto sempre in garage KM 1700 anno 2002 catalitica, due specchietti, portapacchi posteriore cromato, freno a disco anteriore, ruota di scorta.
Coprigambe tucano.
alle 13:04 0 commenti
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CHE GIORNATA!
alle 12:52 0 commenti
lunedì 5 novembre 2007
domenica 4 novembre 2007
LA LEGGE LEVI-PRODI
La legge Levi-Prodi e la fine della Rete
Ricardo Franco Levi, braccio destro di Prodi, sottosegretario alla Presidenza del Consiglio, ha scritto un testo per tappare la bocca a Internet. Il disegno di legge è stato approvato in Consiglio dei ministri il 12 ottobre. Nessun ministro si è dissociato. Sul bavaglio all’informazione sotto sotto questi sono tutti d’accordo.
La legge Levi-Prodi prevede che chiunque abbia un blog o un sito debba registrarlo al ROC, un registro dell’Autorità delle Comunicazioni, produrre dei certificati, pagare un bollo, anche se fa informazione senza fini di lucro.
I blog nascono ogni secondo, chiunque può aprirne uno senza problemi e scrivere i suoi pensieri, pubblicare foto e video.
L’iter proposto da Levi limita, di fatto, l’accesso alla Rete.
Quale ragazzo si sottoporrebbe a questo iter per creare un blog?
La legge Levi-Prodi obbliga chiunque abbia un sito o un blog a dotarsi di una società editrice e ad avere un giornalista iscritto all’albo come direttore responsabile.
Il 99% chiuderebbe.
Il fortunato 1% della Rete rimasto in vita, per la legge Levi-Prodi, risponderebbe in caso di reato di omesso controllo su contenuti diffamatori ai sensi degli articoli 57 e 57 bis del codice penale. In pratica galera quasi sicura.
Il disegno di legge Levi-Prodi deve essere approvato dal Parlamento. Levi interrogato su che fine farà il blog di Beppe Grillo risponde da perfetto paraculo prodiano: “Non spetta al governo stabilirlo. Sarà l’Autorità per le Comunicazioni a indicare, con un suo regolamento, quali soggetti e quali imprese siano tenute alla registrazione. E il regolamento arriverà solo dopo che la legge sarà discussa e approvata dalle Camere”.
Prodi e Levi si riparano dietro a Parlamento e Autorità per le Comunicazioni, ma sono loro, e i ministri presenti al Consiglio dei ministri, i responsabili.
Se passa la legge sarà la fine della Rete in Italia.
Il mio blog non chiuderà, se sarò costretto mi trasferirò armi, bagagli e server in uno Stato democratico.
Ps: Chi volesse esprimere la sua opinione a Ricardo Franco Levi può inviargli una mail a : levi_r@camera.it
from Beppe Grillo's Blog
alle 12:31 0 commenti
Etichette: ASSURDITà, RECENSIONI
sabato 3 novembre 2007
venerdì 2 novembre 2007
LONDRA 14 febb 2005
LONDRA 14 febb 2005
Video inviato da ballarella
alle 20:56 2 commenti
Etichette: IO, VIDEORACCONTI
lunedì 29 ottobre 2007
PENSIERI LONDINESI
PENSIERI LONDINESI
Video inviato da ballarella
- NO.
- Perchè no?
- Perchè voglio riflettere, non corriamo, per il momento non me la sento.
- Cosa vuoi dire?
- Voglio dire che non me la sento... tutto qua.
- Si è rotto qualcosa tra di noi, cosa succede?
- Non si è rotto niente,ho solo voglia di stare con la gente, con te e la gente.
- Non ti credo più, non mi fido più. Io me ne vado.
- Perchè mi lasci sempre sola?
- Perchè c'è qualcosa che non va, tu mi fai male.
- Perchè non mi credi?
- Perchè tu non mi baci più.
- Io ti bacio con gli occhi, con le mani, con il corpo, ma tu non te ne accorgi neanche. Sei troppo occupato a pensare che qualcosa tra di noi si è rotto.
E' la pura che uccide i sentimenti. Le parole dell'amore sono la più grande trappola dell'anima.
Londra febbraio 2005
alle 23:53 0 commenti
Etichette: VIDEORACCONTI
11/17/2007 11:00 PM - PAROV STELAR (Etage Noir Rec. - A) + MOTHER INC. @ TUNNEL
PAROV STELAR (Etage Noir Rec. - A) + MOTHER INC. @ TUNNEL
ECLECTIC SESSIONS @ TUNNEL. Ospite questa sera Parov Stelar, l’uomo che si è inventato un suo stile attingendo a piene mani da campioni anni ’20 rivisitati in chiave house. E’ diventato fin da subito un punto di riferimento per la scena nu club jazz mondiale. Per la prima volta a Milano...
Parov Stelar, alias di Marcus Fuereder, dj/producer è diventato ormai uno degli artisti più rispettati Della grande scena della nuova musica austriaca nata con Kruder&Dorfmeister. La sua personale etichetta discografica è la Etage Noir e la sua caratteristica è la fusione dei groove house e breakbeat con la libertà stilistica del jazz. Dopo aver prodotto un manipolo di 12”, ha realizzato due album: Rough Cuts ed il più recente Seven & Storm particolarmente apprezzati da critica e pubblico.
alle 10:00 2 commenti
Etichette: APPUNTAMENTI, MUSICA
domenica 28 ottobre 2007
GIRA
Una delle immagini che spesso mi viene in mente...
una persona al centro di un vortice... forse io. Tutto quello che la circonda ruota velocemente.
Gira,gira, gira, gira e lei è immobile.
Il suo occhio percepisce solo colori e forme a volte nitide e a volte impastate come gli ingredienti di un dolce. Lei non sente rumori.
I rumori e i suoni sono fuori. Lei è nel totale silenzio, osserva.
Aspetta chiarimenti o forse degli schiarimenti.
alle 19:02 0 commenti
mercoledì 24 ottobre 2007
lunedì 22 ottobre 2007
ESCISSIONE racconto di KAIZENWARE
No, ferma un attimo.
C’è qualcosa che non torna.
Non doveva andare così.
Tutto questo tempo insieme a scambiare parole, gesti, emozioni, respiri, liquidi corporali, pensieri, opinioni, foto, ricordi, pareri, si anche io, no tu no, litigi, canzoni, progetti, cene, carezze…e adesso?
No, si, cioè, hai ragione, tutto deve finire. Anche la vita lo fa. Vero. Incontestabile. Sacrosanto. Pure un po’ scontato a dire il vero. Ma tant’è.
Lezioni? Imparare? Scusa?
Di che lezioni stai parlando? Di che cazzo di lezioni stai parlando?
Ah, dici di prendere il tutto come un passaggio, come una fase, come una crescita.
Gia’. Si. Certo. Come no.
L’evoluzione della specie.
E’ che è un po’ tardi per crescere, non trovi?
Voglio dire, quello che dovevo impare, le fottuttissime lezioni che dovevo apprendere, credo di averle già metabolizzate, non ti pare? Non sono un bambino.
Vuoi vedere dove sono le lezioni?
Ecco guarda prendi questo coltello. Vedi il pomo d’Adamo? Bene, piantamelo lì e scendi giù fino all’ombelico. Si, lo so, non è molto affilato, ma in fondo la carne umana non è poi tanto dura, si strapperà un po’, pazienza. Subito sotto il muscolo sternocleidomastoideo c’è l’osso piatto dello sterno. Lì ti servirà qualcosa di più duro. Un pestacarne. Un sanpietrino. Vedi tu. Rotto? Bene, bene adesso stacca la cartilagine delle costole. Questo è facile, dai, un po’ di leva e si staccano. Crac crac. Ora seguimi: mano destra di qua, sinistra di là e tira forte forte forte. Dovresti sentire lo stesso rumore di quando stacchi le cosce dai polli. Ci sei? Vedi bene lì dentro? Come dici? Il sangue ti ostruisce la vista? Oh che sarà mai, prendi un mestolo e buttalo fuori. Tanto non servirà più.
Ok, quelle due masse mollicce sono i polmoni, sotto quello di destra, un po’ più piccolo, c’è quella cosa chiamata cuore.
Riconosciuto? Si, lo so, è una cosa nuova per te, ma guarda non è difficile, è quella cosa che si muove ritmicamente.
Tum tum. Tum tum. Tum tum. Tum tum.
E che in certi momenti accelerava perché c’eri tu. Solo perchè eri fisicamente di fianco a me.
Ma non importa, non voglio fartela pesare, tranquilla. E non perdiamo tempo in futili e puerili tentativi di recupero.
Appoggia il coltello in alto, e scendi giù, staccane via un bel pezzo. Fai più o meno metà. Che dici? E’ tre quarti, lascio? Lascia lascia… è difficile quantificare esattamente, sai. Non è che l’amore sia matematica.
Hai tagliato? Bene, bene. Se fa male? Si, un po’, ma non è nulla rispetto al tenermi quel pezzo di te ancora qui dentro. Il piombo è un metallo pesante.
Infila bene le due mani, raccogli quel pezzo e portalo via. E’ tuo.
Mi raccomando chiudi bene la porta prima di uscire.
Per i punti, qui, ci penso io.
alle 16:26 0 commenti
Etichette: RACCONTI AMICI
BEN ARRIVATA VIOLA!
La persona violetta è una persona sensibile, che si sente diversa dalla massa. È il colore della volontà di essere diversi, della metamorfosi, della transizione, ma anche della fascinazione erotica. Questo colore esprime un' energia pura, atavica: è una forza legata alla vitalità del rosso e all'intimo accoglimento dell'azzurro. È una colorazione insieme di attesa e di precognizione (non casualmente viene utilizzato nella liturgia Cristiana durante il periodo dell'Avvento e della Quaresima), eleva la coscienza umana fino al raggiungimento della pura luce bianca. È anche associato alla preghiera ed agli stati alterati di coscienza.
Il colore viola è uno dei colori che emerge frequentemente nei disegni dei bambini. Rappresenta l’urgenza di esprimersi: il suo apparire frequente è in relazione a quella situazione ambientale che non consente al bambino di muoversi liberamente in tutti i settori per le regole o le norme di comportamento che gli vengono imposte. Tale situazione conflittuale insorge sia in famiglia che nella scuola e può investire nel bambino:
la sfera del linguaggio; la sfera del comportamento; la sfera della libera espressione.
alle 14:37 0 commenti
venerdì 19 ottobre 2007
IO NON LO CONOSCO BENE
IO NON LO CONOSCO BENE anzi...
Lo conosco da soli tre martedì. E' Andrea.
Lo incontro al nostro corso di scrittura.
Pochi scambi, qualche volta seduti vicini ad ascoltare la vulcanica e giocosa Chicca.
Conosco solo le sue parole scritte.
I suoi racconti mi fanno ridere, altri piangere e altri attaccano il mio stomaco come una mano che vuole strappare un foglio e ridurlo a pezzi.
andate a leggerlo...
http://www.detogni.com
.... detto anche KaizenWare
http://caliyuga.splinder.com
alle 19:49 2 commenti
Etichette: AMICI
giovedì 18 ottobre 2007
MIA NONNA
Un'attesa interminabile, cinque ore infinite
dove i pensieri correvano scatenati.
come andrà a finire?...
Oggi, tanto il suo dolore postoperatorio,
è stata sedata con morfina.
C'era e non c'era.
E' una donna forte e coraggiosa.
Ora anche lei, come mio nonno in primavera,
è piena di tubi, ossigeno, flebo e altro.
Ogni qual volta che questa immagine
si presenta davanti ai miei occhi,
piccoli brividi di freddo mi invadono
provocandomi scosse che bruciano la pelle.
Mia nonna è viva.
Ha tolto finalmente ciò che l'ha fatta invecchiare di colpo.
Qui a Milano le hanno tolto quella massa sanguinolenta
che a Catania nessuno aveva visto.
Questa è la cosa più grottesca.
Nessuno dei medici di ospedali PUBBLICI e cliniche PRIVATE
si è accorto che mia nonna avesse un tumore.
Le hanno fatto esami e analisi di tutti i tipi.
Nessuno di questi asini sbruffoni in camice bianco
ha saputo leggere correttamente i risultati.
Per mesi ha avuto febbre quasi a quaranta,
grottescamente hanno ipotizzato MALARIA.
Ha avuto l'emoglobina a sette quando i parametri giusti vanno da 12.0 a 16.0..
il suo era a 7 appunto.
Risposta lei ha una forte anemia,
inseguito abbiamo scoperto che lei era da trasfusioni...
Questi sono solo alcuni "piccoli"esempi vissuti sulla pelle di mia nonna (ricoverata 20 gg anche in Agosto)
di quello che è la malasanità in meridione.
In questo caso in Sicilia di preciso a Catania.
Ora aspetto solo che si riprenda e che finalmente possa uscire da questo benedetto ospedale da dove è chiusa da quasi due mesi.
Dopo ci sarà il terzo round: la chemioterapia.
Intanto lei, ancora una volta mi ha dimostrato
come si "combatte" per vivere senza arrendersi mai.
Technorati Profile
alle 23:53 1 commenti
lunedì 15 ottobre 2007
VIOLA e SKILOS
perchè le era stato negato il dono della libertà.
Nella mente di Viola ora c'era solo confusione, caos.
Perchè quella donna che non conosceva le diceva tutto ciò,
chi era?cosa voleva? come si permetteva?
Si guardarono, Viola sentiva lo sguardo di Silvana penetrare il suo. Si sentiva a disagio, ma stava lì ferma, immobile. Inaspettatamente la donna dall'età indefinibile raccolse i suoi fiori da terra, sorrise quasi come per salutare e scappò via lungo il sentiero davanti a loro. Tutto fu così rapido che Viola e il suo cane la inseguirono ma l'Abitatrice delle Selve era scomparsa.
Skilos riprese ad abbaiare, erano all'inizio della strada che porta al paese.
alle 23:42 2 commenti
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domenica 14 ottobre 2007
liberiamo la testa
liberiamo la testa E' ora di pranzo sono stata fuori con Mirtilla il solito giro del quartiere siamo state a vedere se entra luce nella “nuova” casa. Mi piace questa settimana l'ho vista quattro volte devo solo decidere al diavolo lui e i nostri progetti forse più miei che suoi io vado avanti sono libera il progetto di crescita riinizia non ho paura di affrontare ennesimi cambiamenti di riiniziare da capo da sola io e Mirtilla cambio veduta panorama abbandono i binari per prenderne altri la nonna è ancora in ospedale attende di essere operata manca pochissimo è strano in questi giorni ho realizzato che è qui da un mese prima volta da adulta la vivo quotidianamente a milano ma in ospedale vado da lei e non mi rendo proprio conto che il tempo passa le ore passano e noi parliamo le racconto della casa le ho fatto vedere le piante dell'appartamento sulla carta piace anche a lei Ho fame fumo una sigaretta fuori è tornato il sole questa notte non riuscivo a dormire ho fatto delle foto soggetto io con cappello belle ho giocato
alle 16:00 3 commenti
Etichette: IO, SCRITTURA SELVAGGIA
mercoledì 10 ottobre 2007
alle 10:33 0 commenti
Etichette: CITAZIONI
martedì 9 ottobre 2007
XL-60
Lo guardo, è appeso alla libreria della mia stanza. E' li insieme al suo simile comprato a Londra. Come mia abitudine inconscia, ne acquisto uno in ogni città che segna in me un cambiamento. E' posizionato in alto, su uno degli spigoli del montante di destra della libreria.
Lo osservo e ripenso al momento in cui ho deciso che volevo un cappello nuovo.
Eravamo in tre, seduti sui gradini di una delle mille fontane di Roma. Bevevamo una birra, osservavamo i passanti, si parlava di gay senza ricordarmi il perché e programmavamo i nostri spostamenti per la notte bianca. Nel bel mezzo di tutte queste chiacchiere io ho detto:” voglio un cappello! Voglio un cappello per la mia seconda volta a Roma”.
Sia Ivan che Paolo mi guardarono. Nessuno dei due era stupito né altro.
Dagli sguardi, capì solo che la cosa intrigava anche loro.
Ivan risponde:” ok lo cerchiamo”.
Abbiamo girato per negozi di vicoli e vicoletti e nel frattempo io, entravo nel vivo della città. Al terzo tentativo l'abbiamo trovato. Ivan che già possedeva la sua coppola, ne ha provati altri, Paolo ha trovato il suo e io il mio cappello cilindro. L'ho indossato , mi son guardata e subito è stato feeling. E' bastato poco e la mia immagine era cambiata, da sotto la tesa larga il mio sguardo era cambiato. Un accessorio così impegnativo mi dava allegria facendomi sentire diversa, capace di osare. Un cappello stile 800 abbinato a due occhi verdi curiosi, a dei jeans, a una canottiera e a dei sandali.
E' il mio cappello cilindro. E' nero, di feltro con una tesa larga e una fascia opaca.
Guardandolo bene la sua linea è deformata, con la parte centrale più stretta rispetto alle estremità. Non c'è nessuna stoffa, seta o raso che lo ricopra all'interno. E' tutto di feltro e proprio all'interno c'è solo una piccola etichetta nera che riporta la scritta con caratteri color oro XL-60. L'ho indossato solo quel giorno, per tutto il giorno senza mai toglierlo.
Una giornata calda di metà settembre.
Ora è posizionato in alto, su uno degli spigoli del montante di destra della libreria Ivar Ikea.
C'è un tempo per tutto o forse tutto ha un tempo.
alle 11:19 4 commenti