THERE IS ALWAYS HOPE

THERE IS ALWAYS HOPE
"Prendete una sedia e sistematevi sull'orlo del precipizio: solo allora potrà avere inizio la storia che voglio raccontarvi"
Francis Scott Fitzgerald

mercoledì 31 dicembre 2008

-3...-2...-1 BUON ANNO!


OK CI SIAMO!
manca poco e l'anno bisesto e anche funesto fra poco ci saluta.
Per iniziare in modo scaramantico...
Sta sera qualcosa di rosso verrà indossato
come si usa in Spagna si ingoieranno 12 chicchi d'uva, uno per ogni tocco
si mangeranno tonnellate di lenticchie perchè ai soldi non si dice mai no
si terrà in mano uno dei propri portafortuna
si terrà il naso in su per guardare l'esplosione di colori in cielo
si abbraccerà il proprio uomo o la propria donna
augurandosi che tutto inizi per il meglio

il pensiero andrà anche a chi non è più accanto
ma un posto nella mente c'è l'ha sempre.

e infine Un pensiero a chi non vivrà niente di tutto ciò 
perchè impegnato a sopravvivere alla follia del mondo.

Insomma...
che sia un buon inizio per tutti!

BUON INIZIO D'ANNO
e soprattutto buon 2009.



mercoledì 24 dicembre 2008

CALDI AUGURI

partita...
e mentre sono in viaggio auguro a tutti buone feste!!!!
(qui fa un caldo pazzesco)

domenica 21 dicembre 2008

GUARDAMI

GUARDAMI
Non potrai mai trovare un altro come me
Sarà difficile perfino anche per te
Che hai sempre avuto tutto

venerdì 19 dicembre 2008

EX A TUTTO TONDO!

Scelgo di mettere quella gonna, quella nera, quella del primo incontro, quella parigina, quella a tubo che mi fascia tutta, quella che mi fa un bel sedere, quella che non mettevo da anni.
Quella del grande evento quella che sfata il grande evento.

... ma che bello ballare, bere e parlare con la ex moglie dell'Ex!...

Scatenatissima nelle danze con un debole verso di me.
Risate e incredulità.
Voglia di interagire con me,
ma che vuoi?
stai lontana e invece... no!
sempre più vicina vuole la mia complicità nel ballo.
Ok
DANCE DANCE DANCE
ALLA FINE QUALCOSA IN COMUNE L'ABBIAMO.
Osservata, guardata, la volevo tanto vedere in passato e ora me la ritrovo lì sotto i miei occhi,
con il suo sorriso e scatenamento, i suoi gioielli etnici.
i suoi polpacci sono effettivamente brutti e le sue tette piccole!

giovedì 11 dicembre 2008

47 AUGURI


esprimi il tuo desiderio e poi soffia!


buon compleanno

mercoledì 10 dicembre 2008

OIL: LA FORZA DEVASTANTE DEL PETROLIO LA DIGNITà DEL POPOLO SARDO

Il documentario, frutto di un lungo lavoro sul campo, racconta l’odissea della popolazione di Sarroch (Cagliari) in rapporto con la raffineria Saras, e gli effetti di quest’ultima sull’ambiente e la salute dei cittadini.
Saranno presenti il regista Massimiliano Mazzotta, Ezio Cuoghi (Direttore della scuola di Nuove Tecnologie per l’Arte, Accademia di Brera), Antonio Caronia (Docente di Comunicazione multimediale, Accademia di Brera), Annibale Biggeri (Ricercatore, Facoltà di Medicina e Chirurgia, Dipartimento di Statistica, Università degli studi di Firenze).


SE AVETE DEL TEMPO ANDATE A VEDERE...
NE VALE LA PENA

ARCHITETTO...AUGURI

BUON COMPLEANNO!


martedì 2 dicembre 2008

COSIMO E VIOLA

Era lì sul prato, bella come non mai, e la bellezza che induriva appena i suoi lineamenti e l’altero portamento della persona sarebbe bastato un niente a scioglierli, e riaverla tra le braccia…
Poteva dire qualcosa, Cosimo, una qualsiasi cosa per venirle incontro, poteva dirle:
- Dimmi cosa vuoi che faccia, sono pronto… - e sarebbe stata di nuovo la felicità per lui, la felicità insieme senza ombre.
Invece disse:
- Non ci può essere amore se non si è se stessi con tutte le proprie forze.
Viola ebbe un moto di contrarietà che era anche un moto di stanchezza. Eppure ancora avrebbe potuto capirlo, come difatti lo capiva, anzi aveva sulle labbra le parole da dire: “Tu sei come io ti voglio” e salire subito da lui… Si morse un labbro.
Disse:
- Sii te stesso da solo, allora.“Ma allora esser me stesso non ha senso”, ecco quello che voleva dire Cosimo.
Invece disse:
- Se preferisci quei due vermi…
- Non ti permetto di disprezzare i miei amici!
- lei gridò e ancora pensava: “A me importi solo tu, è solo per te che faccio tutto quel che faccio!”
- Solo io posso essere disprezzato.
- Il tuo modo di pensare!
- Sono una cosa sola con esso.
- Allora addio. Parto stasera stessa. Non mi vedrai mai più.
Corse alla villa, fece i bagagli, partì senza neppure dire niente ai luogotenenti. Fu di parola. Non tornò a più Ombrosa. Andò in Francia e gli avvenimenti storici s’accavallarono alla sua volontà, quand’ella già non desiderava che tornare. Scoppiò la rivoluzione, poi la guerra; la Marchesa dapprima interessata al nuovo corso degli eventi (era nell’entourage di Lafayette), emigrò poi nel Belgio e di là in Inghilterra. Nella nebbia di Londra, durante i primi anni delle guerre contro Napoleone, sognava gli alberi d’Ombrosa. Poi si risposò con un lord interessato nella Compagnia delle Indie e si stabilì a Calcutta. Dalla sua terrazza guardava le foreste, gli alberi più strani di quelli del giardino della sua infanzia, e le pareva ogni momento di vedere Cosimo farsi largo tra le foglie. Ma era l’ombra d’una scimmia o d’un giaguaro.
[...]
Cosimo restò per lungo tempo a vagabondare per i boschi, piangendo, lacero, rifiutando il cibo. Piangeva a gran voce come i neonati, e gli uccelli che una volta fuggivano a stormi all’approssimarsi di quell’infallibile cacciatore, ora gli si facevano vicini, sulle cime degli alberi intorno o volandogli sul capo, e i passeri gridavano, trillavano i cardellini, tubava la tortora, cinguettava il fringuello e il luì; e dalle altre tane uscivano gli scoiattoli, i ghiri, i topi campagnoli, e univano i loro squittii al coro, e così si muoveva mio fratello in mezzo a questa nuvola di pianti.
Poi venne il tempo della violenza distruggitrice: ogni albero, cominciava dalla vetta e, via una foglia via l’altra, rapidissimo lo riduceva bruco come d’inverno, anche se non era d’abito spogliante. Poi risaliva in cima e tutti i ramoscelli li spezzava finché non lasciava che le grosse travature, risaliva ancora, e con un temperino cominciava a staccare la corteccia, e si vedevano le piante scorticate scoprire il tronco bianco con abbrividante aria ferita.
E in tutto questo rovello, non c’era più risentimento contro Viola, ma soltanto rimorso per averla perduta, per non aver saputo tenerla legata a sé, per averla ferita con un ingiusto e sciocco orgoglio. Perché, ora lo capiva, lei gli era stata sempre fedele, e se si portava dietro altri due uomini era per significare che stimava solo Cosimo degno d’essere il suo unico amante, e tutte le sue insoddisfazioni e bizze non erano che la smania insaziabile di far crescere il loro innamoramento non ammettendo che toccasse un culmine, e lui lui lui non aveva capito nulla di questo e l’aveva inasprita fino a perderla.
Per alcune settimane si tenne nel bosco, solo come mai era stato; non aveva più neanche Ottimo Massimo, perché se l’era portato via Viola. Quando mio fratello tornò a mostrarsi a Ombrosa, era cambiato. Neanch’io potevo più farmi illusioni: stavolta Cosimo era proprio diventato matto.

da Il barone rampante, Italo Calvino

lunedì 1 dicembre 2008

parole regalatemi...

dai sbilanciati berbèr...
fai pure la timida....
secondo me sei un pò berbèr...

mi piace l'idea di me
berbèr...

LA LUNA


In questa serata fredda e umida,
in questo primo di dicembre,
c'è una sottile luna accompagnata da una stella.
Una coppia che affascina
per tanta bellezza e dolcezza.

Finalmente si lascia andare

ora che nessuno la vede

l' ascolta
e reclama.

Forse ha troppe cose per la testa,
troppe persone "inutili" intorno
,
troppi impegni
,
troppe parole da ascoltare
nessuno delle quali che le interessino veramente...

non ha granchè da dire.
quello che le sta a cuore lavora dentro
e non ha bisogno di parole...
...
ti chiamo dopo
ok chiama dopo
scegli bene però,
le parole per dopo.
Sono stanca di ricevere
gomitate ben appuntite,
non portano niente.
A lungo andare solo indifferenza.
...
DRIINNN DRINNN DRINNN

...pronto...
... ciao come stai?
... bene grazie e tu?
... bene grazie e tu?...
... bene grazie e tu?
... bene grazie e tu?...

Sara ascolta mentre lui
con tono "metallico"
qualcosa le racconta.
E' piacevole ugualmente.

Mercoledì sono andato via,
come ogni anno mi hanno richiesto.


Bene! son contenta di quello che hai fatto,
che tu abbia visto loro e che ti sia ricaricato...

L'atmosfera di Quella città ti fa bene,
quell'occasione ti ha sempre regalato bei momenti...

E' fiera di lui
( ma al maestro questa cosa non interessa più)

e lei non glielo dice.

senti allora come ci mettiamo daccordo?...

Sara si siede,

non lo so
fai tu
vedi tu
scegli tu
dimmi tu
decidi tu

non importa più
indifferenza

ormai qualsiasi risposta è indifferente.
Ne ha ricevute così tante...
son fatto così
devo fare la lavatrice
no, ho un impegno
no, non posso
si potrebbe fare
ti farò sapere
se continui così mi fai arrabbiare
devo partire
sono qua e son la in fila per 6 con il resto di 2

Una in più o in meno non cambia niente.


Vorrebbe dirgli:
Sorridi e smettila di pungere.
Alleggerisci il carico...


un leggero affaticamento si è avviato
l'ossigeno inizia a mancare
e la piccola fiammella di Moccolo
diventa sempre più debole
e pesante da alimentare.

La testa gira non solo per le parole di lui.
Avvenimenti, fatti, umori.
Sara sta cambiando,
vede lucidamente cosa vuole
e cosa è meglio per lei.
Chiude il telefono
è cosa buona distendersi.
Chiude gli occhi.

Domani si vedrà
...

Anita Berber


Anita Berber è stata uno dei personaggi più scandalosi della Repubblica di Weimar. Non ebbe paura di mostrare la sua bisessualità ed i suoi vizi smodati fra uso di droghe ed altri eccessi, ma fu soprattutto un’attrice carismatica e la prima danzatrice che si esibì nuda incarnando sulle scene l'incredibile modernismo di una cultura e di un'umanità che il nazionalsocialismo tedesco spazzò via nel giro di dieci anni.

Morì di overdose nel 1928.

Anita Berber (1899 – 1928) was a German dancer, actress, writer, and prostitute who was the subject of an Otto Dix painting. She lived during the Weimar period.

Born to divorced bohemian parents (a cabarét artist and a violinist), she was raised mainly by her grandmother in Dresden. By the time she was 16, she had moved to Berlin and made her debut as a cabaret dancer. By 1918 she was working in film, and she began dancing nude in 1919. She was scandalous, androgynous and infamous, quickly making a name for herself on the Berlin scene. She wore heavy dancer’s make-up, which on the black and white photos and films of the time came across as jet black lipstick painted across the heart-shaped part of her skinny lips, and charcoaled eyes.[1]

Her hair was cut fashionably into a short bob and was frequently bright red, as in 1925 when the German painter Otto Dix painted a portrait of her, titled "The Dancer Anita Berber". Her dancer friend and sometime lover Sebastian Droste, who performed in the film Algol (1920), was skinny and had black hair with gelled up curls much like sideburns. Neither of them wore much more than lowslung loincloths and Anita occasionally a corsage worn well below her small breasts.[1]

Berber's cocaine addiction and bisexuality were matters of public chatter.[2] She was allegedly the sexual slave of a woman and the woman's 15-year-old daughter. She could often be seen in Berlin's hotel lobbies, nightclubs and casinos, naked apart from an elegant sable wrap, with a pet monkey and a silver brooch packed with cocaine. Besides being a cocaine addict, she was an alcoholic, but at the age of 29, gave up both suddenly and completely. According to Mel Gordon in The Seven Addictions and Five Professions of Anita Berber,[3] she was diagnosed with galloping tuberculosis while performing abroad. She died on November 10, 1928 in a Kreuzberg hospital and was buried at St. Thomas cemetery in Neukölln.

A 1987 film by Rosa von Praunheim titled Anita - Tänze des Lasters centres around the life of Anita Berber.[4] The band Death in Vegas named a song after her, and is on the album Satan's Circus.

filmografia

Unheimliche Geschichten (Storie inquietanti, 1919)
Regia: Richard Oswald; sceneggiatura: R. Oswald, Robert Liebmann; fotografia: Carl Hoffmann; interpreti: Anita Berber, Reinhold Schünzel, Conrad Veidt, Hugo Döblin, Paul Morgan, Georg John; origine: Germania; produzione: Film AG; durata: 109’

Il dottor Mabuse
Il dottor Mabuse
Regia
Fritz Lang
Cast
Lil Dagover, Alfred Abel, Rudolf Klein-Rogge, Anita Berber, Aud Egede Nissen, Gertrude Welcker, Bernhard Goetzke, Robert
Anno
1922
Durata 242 minuti Audio Muto
Genere Horror Distribuzione Dischi Ermitage srl
Trama
Diviso in due parti, Ein Bild der Zeit (Il grande giocatore - Un quadro dell'epoca�) e Inferno-Menschen der Zeit (Inferno-Uomini dell'epoca), e' il primo dei tre film che Fritz Lang ha dedicato alla figura del genio malefico del dottor Mabuse. Dai Mabuse discendono gli Himmler, gli Hitler...(Fritz Lang)